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Martino Santori

"Ironia/sarcasmo - linguaggi diversi - processo - percezione - ripetizione - amore

Il linguaggio, fondamento della relazione umana.

L’ironia, il sarcasmo, il grottesco:

risultato di uno spostamento di contesto attuato con meccanismi ludici.

Vedersi da fuori.

Percepirsi attraverso il processo.

La ripetizione invece genera interesse.

La ripetizione, invece, genera interesse.

Se c’è qualcosa di cui sono innamorato

sono le monomanie, mi piacciono tutte quante.

Se c’è qualcosa di cui sono innamorato è l’amore stesso."

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Domenica 18 Gennaio 2024

«Martino ci accoglie nella sua cameretta/bedroom/chambre con un leaflet che ci racconta lo spazio in cui ci troviamo, preannuncia un rinfresco, ci ricorda che nello spazio è vietato fumare ed è consentito scattare foto. Nella stanza sono allestiti diversi spazi definiti dall’artista come: EDICOLA, ATTRAZIONI, CINEMINO, PINACOTECA, ANGOLO CURIOSITÀ. 

Sul letto (edicola smontabile) sono disposti diversi progetti grafici, disegni su carta, fanzine, leaflet di mostre passate, tavolette di legno, fotografie, libri d’artista, parole su carta, frammenti di fotocopie e un angolo dedicato alle letture significative per Martino. Alle pareti e sui mobili vi sono altri lavori dell’artista e un televisore che trasmette alcuni video che solitamente completano le sue installazioni assieme ad altri interventi perlopiù di scrittura o di disegno. 

 

Il processo artistico di Martino comincia con l’ osservazione del reale; ciò che lo circonda nel quotidiano viene documentato, rielaborato attraverso la sua percezione intima e personale e, infine, consegnato allo spettatore, il quale viene stimolato ad una visione attiva grazie anche alla dimensione ludica, e spesso ironica, in cui l’artista si muove. La contemplazione diventa quindi per l’artista azione generativa ed è con questo filtro che l’artista vive lo spazio, cogliendo immagini e rielaborandole in senso fisico e concettuale. Questa pratica è inevitabilmente partecipata dal caso che produce ciò che Boetti definiva felici coincidenze, le quali sono in grado di aggiungere diversi livelli di significato a ciò che guardiamo o addirittura di stravolgerne le logiche.

 

Lo sguardo è spesso veicolato dalle parole, così l’artista compone titoli, frasi, frammenti istintivi che evocano figure e sentimenti e che tentano di decifrare, e forse anche di rispondere allo sguardo stesso. In questo modo l’artista esplora e gioca con il linguaggio e l’ambiguità dei significati, questo esercizio lo ha portato ad esplorare linguaggi altri, come quello delle bandiere marittime in cui ad ogni simbolo corrisponde una lettera e ad ogni lettera un significato, così l’autoritratto dell’artista diventa il simbolo della lettera M che significa la mia nave è ferma e senza abbrivio, interpretabile anche come autoritratto interiore. 

 

Per l’artista il percorso che porta all’opera è fondamentale, sia che si tratti di un percorso fisico, sia che si tratti di uno mentale. È forse in questo modo che influisce nella sua pratica la letteratura di viaggio, uno dei suoi scrittori di riferimento è infatti Bruce Chatwin, autore di numerosi racconti di viaggio tra cui «In Patagonia» che ci racconta in modo appassionato. 

 

Ogni opera presente in questa cameretta è a suo modo il racconto di un viaggio o di un’avventura, come quella che lo ha portato, assieme ad Andrea Bernardini e Dario Andreotti, a fondare il collettivo ciaocasa nato in seguito a una mostra sperimentale realizzata in una casa vuota appena fuori Lucca, città natale dei membri del collettivo. 

 

Durante lo Studio Visit, Martino ci ha mostrato e raccontato diverse opere, ci ha accompagnato nel suo processo creativo e intrattenuto con aneddoti spesso divertenti ma soprattutto ci ha svelato il suo sguardo sulle cose.»  

 

Marta Chinellato

@martipesci

Portfolio pdf

 

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