Archivio
EFFKAI
"Mi chiamo EFFKAI, sono nato nel 2000 e cresciuto nella periferia di Milano.
Attraverso il mio processo artistico mi immergo nei paesaggi intricati della mente umana. Il mio lavoro serve come una mappa per gli angoli più sottili e intrinsechi della nostra psiche, ritraendo gli aspetti in continua evoluzione dello spirito umano.
Scatenare l'auto-riflessione nello spettatore in un viaggio simile all'esplorazione introspettiva è la vera essenza di questo processo, la manifestazione del vero sé di tutti."
Sabato 21 ottobre 2023
«Ci troviamo nel piano interrato di una palazzina all’interno della casa-studio di EFFKAI, nome d'arte di Matteo Izzo, che condivide con una sua amica tatuatrice. Lo spazio è completamente assorbito dalla sua pratica, colmo di oggetti dal carattere macabro, reso meno grottesco grazie alla luce che entra dalle finestre e alle modalità con cui gli elementi sono stati allestiti. EFFKAI ci accoglie nella cucina, dove ci offre il caffè mentre iniziamo la nostra chiacchierata, qui i muri sono completamente ricoperti dai suoi dipinti più precoci, caratterizzati da colori intensi, tratti marcati e soggetti che fanno riferimento ad un immaginario colmo di rabbia.
Nella stanza di fianco, meno carica visivamente ma comunque avvolta da un’atmosfera estraniante, si trovano opere finite, composizioni di oggetti e diverse prove che porteranno a eventuali progetti futuri. Su un muro si stagliano le tre sculture più conosciute e richieste dell'artista, Processo of Evolutions, Simulacro e Last Rite, formate dall'assemblaggio e la sezione di ossa animali tenute insieme, quasi soffocate, da componenti metalliche come lame, saldature, catene e tubi. Sul muro adiacente ci sono i vecchi skateboard dell'artista, che, una volta rotti o rovinati, ha trasformato in opere pittoriche. Se si osserva con più attenzione la stanza e le varie nicchie si possono individuare molti altri oggetti dal carattere fortemente macabro tra questi: una dentiera usata di una sconosciuta, una piccola scultura realizzata con chele di granchio ricoperta di vernice e una collana di denti e gengive di cerbiatti.
Ci mostra anche un ultimo stanzino, più piccolo ma completamente pieno, dove ci sono tutti i suoi materiali, pronti per essere utilizzati nel momento in cui l'artista, folgorato dalla giusta ispirazione, decide di mettersi all’opera. Scopriamo scatole piene zeppe di ossa di qualsiasi tipo, trovate durante le sue escursione o chieste a tassidermisti. Sul tavolo ci sono anche molti strumenti, corni, palchi, lame, lamette e quant'altro.
EFFKAI è un artista estremamente introspettivo: durante lo studio visit ci spiega che fatica a parlare delle sue opere, infatti più che soffermarsi sulla sua pratica, ci racconta della sua vita e della sua esperienza, lasciandosi andare anche a diverse confidenze. Le sue opere sono fortemente legate al suo vissuto caratterizzato dalle incertezze e dalla ricerca di una propria identità.
I suoi lavori partono da un impulso immediato. Spesso, ci racconta, durante la realizzazione entra “nel suo mondo”, quasi in uno stato di trance, e una volta conclusa l’opera accade che non ne colga a pieno il senso .“Io non c'ero quando le creavo", ci dice. Spiega anche che arrovellarsi su queste dinamiche a volte lo indispone, fatica a riconoscerne i significati e le motivazioni e capita che solo dopo mesi riesca ad arrivarne a capo.
Dalla nostra conversazione sembra che sia fondamentale per EFFKAI la comprensione e la consapevolezza, delle sue opere e di se stesso: è presente un continuo pensiero, un lavoro di auto valutazione portato al limite. Inglobati nei suoi lavori si racchiudono le sue paure e le sue angosce: creare diventa un escamotage per vedere meglio le sue oscurità, razionalizzarle; si immerge e cavalca i suoi problemi per riuscire a visualizzarli a pieno e a metabolizzarli.
Grazie a una grande manualità, perfezionata attraverso un percorso nel campo della restaurazione di opere contemporanee, ad una conoscenza delle tecniche ottenuta mediante il consulto di professionisti di vario tipo (da tatuatori a tassidermisti), e alle sue ricerche personali, la pratica di EFFKAI risulta matura. Il lavoro dell’artista non si limita alle opere puramente scultoree, ma ingloba un’atmosfera che si estende alla musica - che produce lui stesso - ai tatuaggi, ai capi di abbigliamento, e alla passione per lo skateboard. Sogna un progetto che riesca a includere tutte questi campi in un unica grande opera.»
Sandra Beccaro