
Eva Vallania
"Lavoro con disegno, video e scrittura, grazie a un approccio corale e spesso installativo.
Le mie narrazioni ballano tra memorie, testi, canzoni, ricerca; sono collages, fiction speculative aventi sempre l’esigenza di una relazione empatica con l’altro.
“From shit to gold” è un principio trasformativo, alchemico che accompagna dalle radici i miei personaggi, reali e immaginari nel tentativo di riformulare la realtà, ora totalmenteframmentata."

Lunedì 17 Luglio 2023
«Entrando nello studio di Eva colpisce subito la caotica tranquillità del luogo. Un’intera parete è ricoperta da giganteschi fogli di carta velina che svolazzano leggiadri mossi dal vento. Si tratta di un nuovo progetto che sta portando a termine, un coloratissimo fregio fittizio studiato appositamente per lo spazio in cui sarà installato. I colori utilizzati sono dei pastelli che Eva realizza unendo cera e pigmenti, ciò li rende imperfetti poiché lasciano sulla carta diverse sfumature di colore in base all’intensità del pigmento. Nello studio sono presenti anche diversi disegni, tessuti, vestiti e giocattoli. Con il tempo, ci racconta, vorrebbe modificare il suo studio in una sorta di atelier dove esporre i costumi ed i cappelli su cui ha iniziato a lavorare da poco. I suoi cappelli, realizzati con i materiali più disparati, hanno strutture complesse che li rendono quasi scultorei ma possono anche essere animati in modo performativo unendo l’azione, le parole e la voce.
I progetti dell’artista hanno sempre un forte impianto narrativo, Eva unisce la sua visione del mondo reale agli spunti letterari che incontra e che possono provenire dalla narrativa, dalla saggistica, dal teatro ma anche da notizie, documentari, memorie o dalla cultura mainstream. I punti di partenza possono essere delle storie o anche delle semplici frasi che la colpiscono, su cui gioca creando una sorta di fiction speculativa che si avvale di ambienti distopici o fantascientifici per parlare del contemporaneo. Eva è infatti incuriosita da situazioni estreme o storie di personaggi minori che interrogano la società e il presente.
Data la complessità dei diversi livelli narrativi, l’artista preferisce che siano i lavori stessi a parlare da sé, poiché ognuno custodisce una storia, con la sua genesi e le sue particolarità, che va ascoltata e in qualche modo vissuta. Con le sue opere vuole infatti creare delle esperienze e per questo motivo è importante per lei porsi innanzitutto in ascolto, e successivamente in dialogo, con il luogo in cui inserisce il suo lavoro. Le forme e gli ambienti guidano le sue opere in una relazione empatica con il luogo sia dal punto di vista architettonico che storico. Cruciale in questo senso è stata l’esperienza, ormai conclusasi, a Como Contemporanea dove lo spazio esigeva che si tenesse conto della sua forma e della sua storia e gli ambienti ampi richiedevano la collaborazione tra gli artisti per realizzare grandi installazioni e ambienti immersivi. Como Contemporanea le ha dato modo di lavorare molto sulla produzione e l’organizzazione del lavoro date le dimensioni dei progetti, ed è stato anche un momento di collaborazione, ascolto e condivisione con altri artisti che ha portato ad una crescita sicuramente personale ma anche artistica e professionale.
Lo studio di Eva rispecchia la varietà delle sue ricerche e riflessioni che si ritrovano anche nell’uso dei materiali più disparati, che vanno dalla carta su cui disegna con i suoi pastelli, ai tessuti per vestiti e cappelli o i giocattoli della sua infanzia, protagonisti tra l’altro di una delle sue ultime opere. La visita nel suo studio è stata come un viaggio immersivo all’interno di una delle sue storie che ci ha aperto a nuovi mondi e nuove narrazioni.»
Marta Chinellato










